Dal 1° febbraio 2020, con la ratifica dell’Accordo sul recesso dall’Unione europea, il Regno Unito non è più uno Stato membro dell’Unione. In tale accordo, tuttavia, è stato previsto un “periodo transitorio” – dal 1° febbraio 2020 al 31 dicembre 2020 – durante il quale si è continuata ad applicare la normativa europea anche nel Regno Unito, come se quest’ultimo fosse ancora uno Stato membro. Concluso il periodo di transizione, dal 1° gennaio 2021, le società di capitali italiane, che controllano altre imprese e che, a loro volta, sono controllate da una società residente nel Regno Unito, non dovrebbero pertanto più beneficiare della causa di esonero dalla redazione del bilancio consolidato.
Durante il periodo transitorio previsto dalla Soft Brexit, ove era applicabile la procedura di uscita condivisa e negoziata dal Regno Unito e dall’Unione Europea, conclusasi con la ratifica dell’Accordo sul recesso dall’Unione europea del Regno Unito, le società italiane sub- holding di gruppi multinazionali britannici fino al 31 dicembre 2020 hanno potuto continuare a beneficiare dell’esonero dall’obbligo di redazione del bilancio consolidato, di cui all’art. 27 del D.Lgs. n. 121/1991.
In questo senso si era espressa anche l’Assonime con il caso n. 2/2020 del 17 febbraio 2020. Le cose dovrebbero però cambiare a partire dal 1° gennaio 2021.
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sub-holding-italiane-controllate-da-societa-uk-la-brexit-aggrava-gli-adempimenti-di-bilancio (1)