Sanzioni sproporzionate La sentenza europea che «mina» decine di norme

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Importantissima sentenza della Corte di giustizia Ue: i giudici devono disapplicare le norme di legge che prevedono sanzioni sproporzionate rispetto alla gravità dell’infrazione. Con la sentenza dell’8 marzo 2022 nella causa C-205/20 (si veda «Il Sole-24 Ore» del 9 marzo) la Corte di giustizia ha enunciato due principi interpretativi in materia di sanzioni
amministrative, dai quali deriva il conferimento ai giudici nazionali di un larghissimo potere discrezionale di disapplicare le disposizioni sanzionatorie e di ridurre le sanzioni eccessive irrogate da un’autorità amministrativa a un livello compatibile con il principio di proporzionalità previsto dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Ue.
Per la Corte unionale il principio di proporzionalità delle sanzioni (articolo 49 della Carta) ha effetto diretto, pertanto il destinatario di un provvedimento sanzionatorio può invocare tale principio dinanzi al giudice per opporsi all’applicazione di una legislazione nazionale che preveda sanzioni sproporzionate rispetto alla gravità dell’infrazione. Inoltre il principio del primato del diritto dell’Ue rispetto ai diritti degli Stati membri, da un lato, impone al giudice l’obbligo di disapplicare una legislazione nazionale contraria al principio di proporzionalità delle sanzioni e, dall’altro, gli consente di irrogare una sanzione meno elevata in funzione della gravità della violazione accertata.
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