Rinvio di un anno per l’allerta del Fisco

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Da evitare il moltiplicarsi delle segnalazioni

Per l’allerta, almeno quello di matrice fiscale, ancora un anno di tempo. Destinato a entrare in vigore il prossimo 1°settembre, contestualmente al Codice della crisi d’impresa, il decreto legge sostegni ne ha disposto il rinvio. Una maniera, si spiega nella relazione, per evitare il moltiplicarsi di segnalazioni a carico di imprese magari destinatarie proprio delle misure, a vario titolo, di ristoro disposte dal decreto stesso. Ma anche un intervento che rende evidente il disallineamento, a questo punto, dell’allerta fiscale rispetto all’allerta di competenza degli organi di controllo interni.

La prima misura, infatti, sfuma a questo punto nel tempo; in pratica i primi inadempimenti che potranno essere oggetto di segnalazione da parte dell’agenzia delle Entrate saranno relativi al periodo gennaio-marzo del 2023, la cui liquidazione Iva scade al 16 maggio del medesimo anno.

La conferma dell’obbligo a carico di sindaci e revisori invece appare almeno problematica.

Indubbiamente nel tempo si è andato con fatica costruendo un sistema di controlli interni più articolato ed esteso proprio per effetto del Codice della crisi, che ha allargato l’obbligo di adozione dell’organismo da parte delle società a responsabilità limitata; un nuovo rinvio rischierebbe di compromettere uno degli aspetti più innovativi del Codice. Tuttavia l’andamento del ciclo economico non appare di certo ancora estraneo a condizioni di assoluta emergenza, tali da fare considerare opportuno un ripensamento che investa anche l’allerta societaria per le medesime ragioni che hanno spinto al rinvio di quella fiscale.

Sullo sfondo, inutile nasconderlo, uno scenario più ampio, dove a essere oggetto di un possibile e nuovo slittamento è tutto il Codice della crisi d’impresa. Se ne discute ormai apertamente, non solo tra gli addetti lavori, anche perché le sollecitazioni che arrivano dal mondo delle imprese sono nella direzione di evitare di costringere gli imprenditori a fare i conti con un pacchetto di novità assai significativo in una fase così particolare e critica.

In qualche modo poi è già stato lo stesso legislatore a mandare segnali in questa direzione, e l’allerta fiscale è solo l’ultimo esempio, visto che di uno stralcio dal Codice sono state oggetto misure considerate più favorevoli ad aziende; è il caso della transazione fiscale che ha reso più agevoli concordati e accordi di ristrutturazione, e del sovraindebitamento, a vantaggio del debitore non più in grado di fare fronte alla sua esposizione.

Il Sole 24 Ore