A seguito delle crisi economiche provocate dal Covid e dalla guerra Russia-Ucraina, stiamo assistendo ad uno sforzo crescente dello Stato anche per il corporate welfare, il benessere delle imprese. E l’approccio al risk management? I rischi remoti sfuggono al sistema di risk management per la bassa probabilità che li qualifica come remoti, associata al fatto che le logiche richiedono che il rischio, anzitutto, sia identificato specificamente, perché ovviamente le misure di fronteggiamento dovranno essere specifiche. Questa evoluzione è irreversibile: nessuno parla di ritornare al fondo rischio generale d’impresa. Si deve, però, anche pensare che quanto meno le imprese accantonano risorse reinvestendole nella gestione, tanto meno saranno in grado di badare a se stesse. Si deve, pertanto, iniziare a riflettere ad un approccio alternativo, volto a incentivare il risparmio d’impresa, l’accantonamento, tramite ulteriori e mirati incentivi fiscali. Una soluzione c’è!
Con il Covid e la guerra Russia-Ucraina stiamo assistendo a due tragedie che stanno avendo forti impatti sull’economia. Anche se i danni sono visibili a livello dell’intero sistema economico nazionale, alcuni settori sono stati molto colpiti, altri meno, altri ancora hanno addirittura conseguito notevoli incrementi di profitti (si pensi al settore medicale-farmaceutico per il Covid o al settore energetico per la guerra in Ucraina).
Una conseguenza di ciò è stato il forte supporto che lo Stato italiano ha dato alle imprese: ristori, garanzie pubbliche per i finanziamenti, e tanti altri provvedimenti assistenziali, alcuni anche di natura prettamente contabile sui quali abbiamo già scritto il 19 marzo 2022.