Crisi d’impresa, cambia l’accordo con il Fisco

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Il no dei creditori pubblici non ferma la transazione sui debiti tributari e previdenziali

Il nuovo cambio di rotta sul trattamento delle crisi d’impresa investe anche le norme che regolano i rapporti con il Fisco. Infatti il decreto legge varato lo scorso 5agosto (non ancora pubblicato) interviene sulla transazione fiscale. Introduce, inoltre, misure premiali per spingere la risoluzione della crisi “sul nascere”.

Le modifiche alla transazione

Il comma 4 dell’articolo 180 della legge fallimentare (Lf), modificato dalla legge159/2021, ha attribuito al tribunale il potere/dovere di omologare – in caso di concordato preventivo – le proposte di transazione fiscale e contributiva (l’accordo per tagliare e dilazionare i debiti tributari e previdenziali) anche in «mancanza di voto» del Fisco e degli enti previdenziali, se tali proposte sono decisive ai fini della procedura e convenienti per i rispettivi creditori; il comma 4 del successivo articolo182-bis attribuisce al tribunale il medesimo potere/dovere – per l’accordo di ristrutturazione dei debiti – in caso di «mancanza di adesione», da parte dei predetti creditori pubblici, alle proposte loro formulate.

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